Verso lo sbarco, lug.43

Quello di oggi è un giorno di luglio assolato, caldo, sostanzialmente tranquillo di un periodo apparentemente (post)epidemico; viene la voglia di andare al mare e godersi la brezza marina che accarezza il viso mentre,seduti su una sdraio. 

Così non fu -purtroppo- il corrispondente giorno di 79 anni fa,  allorchè furono messi a punto gli ultimi dettagli dell’operazione Husky per l’invasione della Sicilia. A Maggio era stata orribilmente bombardata e mutilata la città di Palermo, le incursioni aeree nemiche si facevano più frequenti ovunque.

I naresi,come tanti altri cittadini dei centri vicini alla costa, erano stremati dalla paura delle bombe che l’aviazione alleata non lesinava su tutta l’Isola per indebolire le difese militari ed il morale degli abitanti. Tanti  di loro si erano trasferiti nelle campagne, sentivano da lontano i boati degli ordigni bellici che distruggevano tutto e seminavano morte.

Alcune donne tagliarono i loro capelli per attenuare le gradevoli fattezze fisiche, in considerazione del ‘sentito dire’ sulle nefandezze di alcuni reparti al seguito delle truppe angloamericane. L’atmosfera che regnava era di evidente paura, di sgomento. Si sa, pensavano in molti,per il popolo difficilmente si cambia in meglio. Cambieranno veramente le cose in Sicilia? 

Questo era l’interrogativo che serpeggiava nella mente di molti scettici che percepivano ancora l’influenza psicologica del regime chesi maerializzava in città con la  eloquente scritta che appariva sul bastione del castello chiaramontano, visibile da ogni dove nelle viuzze e vanelle dell’abitato. Intanto c’era l’incognita del luogo di sbarco degli angloamericani. C’era chi diceva che sarebbero sbarcati in Sardegna, altri a Trapani, altri in Grecia, ingannati e disorientati abilmente da un trucco ideato da Churcill (Operazione Mincemeat).

Qualcuno (Gen. Alfredo Guzzoni) ,invece, da osservatore bellico di lunga esperienza e tecnico esperto, era convinto che la Sicilia era il luogo ideale per lo sbarco…