1086

La conquista islamica della Sicilia avvenne tra l’827 con lo sbarco a Mazara del Vallo, e il 902. L‘ultima città bizantina della “Sikelia” a cadere fu, il 5 maggio 965, Rometta, che aveva continuato a resistere da sola.  Gradualmente, quindi, venne meno il precedente dominio bizantino sull’Isola, rimpiazzato da quello islamico.

A Naro, all’epoca della conquista araba, si stanziarono i Berberi che intravvidero nel rigoglioso casale, munito di un inespugnabile fortezza sommitale, un sito strategico per l’insediamento, idoneo ad esser difeso agevolmente, naturalmente atto alle comunicazioni con gli altri centri strategici di Sutera, Cammarata, Castronovo, Butera e Castrogiovanni (Enna).

Ma, come ogni parabola umana, anche quella araba ebbe un capolinea che, nel nostro caso, si materializzò con la potenza dei fratelli normanni, figli di Tancredi d’Altavilla, Ruggero I, detto il Gran Conte e Roberto, detto il Guiscardo (=l’astuto) chiamato anche “Terror mundi”.

Nel 1061 Roberto e Ruggero scesero in Sicilia occupando Messina e successivamente gli altri centri isolani; Palermo nel 1072, Agrigento e Siracusa nel 1086 e così via sino al 1091 quando cadde Noto, ultima città sicula in mano araba.

Grazie alla narrazione dei fatti riportata da Fra’ Simone da Lentini, in dialetto siculo del tempo, è possibile conoscere la sequenza degli avvenimenti della fine del dominio arabo nella terra di Girgenti e dei centri fortificati del tempo che cingevano la sede dell’emiro Al Qasim ibn-Hammùd che il religioso cronista chiama “Chammutu” o ‘Tamutu’.

L’anno 1086, il Conte Ruggero riunì tutti i suoi cavalieri e fanti per assediare Agrigento. Avendo avuto conferma che ivi risiedeva, assieme alla moglie ed i figli, il potente saraceno che comandava la città dei templi e quella di Enna, “Tamuto”, ossia Ibn-Hammùd.

L’assedio, serrato e senza tregua, durò dal primo aprile fino al 5 luglio finché la città si arrese.

La moglie e i figli di Tamuto furono fatti prigionieri ma furono trattati molto bene dal Conte e dai suoi. Tamuto si arrese, forse per intervento della moglie e dei figli.

Il Conte decise di costruire una grande fortezza nella città di Agrigento con altissime torri e,al contempo, potenziò dodici fortezze intorno alla città: la prima chiamata Platani; la seconda Muxaro; la terza Guastanella (tra Raffadali e S. Elisabetta); la quarta Sattrila (forse Sutera) di Caltanissetta, detta in lingua araba: castello delle vergini; la quinta Rahl (Racalmuto); la sesta Bifàr (Campobello di Licata), la settima Micolupa (in altri Malcusa); l’ottava Naro; delle altre si conoscono i nomi di Caltanissetta, Licata e Ravanusa…segue